La nostra storia..
"NULLAM PRIUS SACRA VITE ARBORIS"
(ORAZIO)
Intorno alle mura della nobile città di pietra sorvegliata dagli Orsini, l'occhio seguiva la cresta di interminabili pascoli erbosi, con la benedizione severa dei monaci annidati più in alto. Qua e là, sparute pinciaie affondate nel verde cremoso, o più su, ai piedi della Majella, alcune cascine che i mezzadri rubavano alle pietre dei templi pagani: tra gli orti si rinnovava un miracolo che già faceva cantare i Latini, un miracolo che a dispetto del mondo tornava puntualmente a scaldarsi nella solagna aspra e forte, e poi a rincuorarsi nel tepore sincero della neve. La stessa neve che nel '500 fermò i Lanzichenecchi alle porte di Guardiagrele. Una mano governava le bestie, l'altra coltivava il farro per la zuppa, entrambe intrecciavano piccole vigne, e tramandavano intuito e novelle.
Stemma della Famiglia Santoleri
LE CARTE SANTOLERI
UN PICCOLO ARCHIVIO DOMESTICO
La frammentarietà delle carte Santoleri è dovuta sia a circostanze contingenti che a ragioni strutturali. La situazione contingente è che le carte considerate sono solo una parte di tutta la documentazione presente dell'archivio domestico dei Santoleri; la frammentarietà strutturale è dovuta a un'evidente selezione operata a monte dai "produttori" dei documenti; mancano per esempio quasi del tutto le lettere personali, memorie, cursus honorum che meglio illustrano le singole personalità, la genealogia, i rapporti interni alla famiglia.
La documentazione conservata sono di tipo amministrative e gestionali: atti notarili, titoli di proprietà, riapposizioni di confini, mappe, vertenze ereditarie, riscossione dei canoni, scritture contabili, una tipologia di documenti nella quale è possibile rintracciare solo sporadiche testimonianze di legami affettivi.
Non per questo si tratta di una documentazione meno interessante; anzi dal punto di vista storico queste sono carte tra le più esplicite e chiare in quanto redatte a fini pratici, non condizionate dall'esigenza di confermare o creare un'immagine di sè.
..dal 1700
Già nel medio evo la Famiglia Santoleri, originaria di Guardiagrele, era una dei maggiori proprietari terrieri della zona.
Le 4 buste messe a disposizione della Soprintendenza archivistica per l'Abruzzo da Nicola Santoleri per l'elencazione sono solo una parte della più cospicua documentazione di famiglia. Risultano agli atti della Soprintendenza un catasto rilegato in pergamena del 1577.
La documentazione più numerosa si riferisce al "feudo" di Caprafico, proprietà ceduta dal barone Saverio Coletti con atto del 31 dicembre del 1817 per 4000 ducati a Francesco Saverio Santoleri. Di sicuro interesse le carte relative al feudo d'Ugni nelle quali è possibile rintracciare la storia a partire dal 1300.
Non mancano riferimenti ad altri possedimenti quali la Tenuta di Crognaleto come la pianta catastale datata 1825.
Tenuta di Crognaleto. Pianta catastale del 20 gennaio 1825
Il valore storico di questo piccolo archivio di famiglia risiede nel suo carattere di documentazione dell'affermarsi della borghesia come ceto dirigente che stacca dal vecchio ceppo aristocratico. Un ceto sociale fatto di agrari, mercanti, professionisti, riassorbiti in molti casi nella stessa persona, che svolgono la funzione di anello di connessione e strumento di mediazione tra il centro rappresentato dalle istituzioni e la periferia rurale, filtrando e condizionando con la rete dei propri interessi privati la vita della società contadina.
Nicola Santoleri, viticoltore e creatore di vino in Guardiagrele, Abruzzo
NICOLA SANTOLERI
Come già accennato, la storia vera e propria dei Santoleri come "agricoltori" risale al 1700.
Il primo a produrre vino fu Giovanni Santoleri, e le prime bottiglie vennero commercializzate i primi anni '60.
Dopo la prematura scomparsa di Giovanni, le redini dell'azienda di famiglia passarono, insieme alla sorella Ena e al fratello Giacomo, a Nicola.
A Crognaleto è Nicola Santoleri a prendersi cura della vigna, ogni giorno, con calma e passione, seguendo la sua uva dal passaggio in cantina fino alla tavola. La vigna è viva, non viene sfruttata, e si persegue un’idea di qualità che ne rispetta i frutti.
Santoleri amava definirsi un artigiano del vino, ma chi lo conosceva diceva che incarnasse l'anima del vignaiolo per eccellenza: sempre in vigna a seguire personalmente il decorso delle sue uve, seguendo scrupolosamente l'affinamento nelle grossi botti, consegnando personalmente i suoi prodotti.
Oggi a prendersi cura dell'azienda e della sua produzione con lo stesso amore è il figlio Giovanni.
note: Informazioni storiche tratte dal libro "ALFREDO PIRRI A CASA SANTOLERI" - silvanaeditoriale.it